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“Un’opera al mese” torna con il dipinto “Madonna con il bambino”
Dopo il successo di pubblico dei precedenti 18 appuntamenti, domenica 17 novembre alle ore 18,00, nell’ex Chiesa di San Giacomo, con ingresso gratuito, torna la rassegna d’arte “Un’opera al mese”, pensata per far conoscere con spirito divulgativo al grande pubblico i capolavori che appartengono al patrimonio storico-artistico forlivese. Protagonista della serata sarà il pregevole dipinto trecentesco di Vitale da Bologna “Madonna con il Bambino” proveniente dalle Collezioni Civiche del Museo di San Domenico, che, per l’occasione, verrà esposto al pubblico in San Giacomo. Un’opera suggestiva di grande raffinatezza e preziosità in deposito al San Domenico per volontà della “Provincia di San Domenico in Italia”.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura, il ciclo di appuntamenti è curato dal dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzato dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini. «Questo nuovo appuntamento della fortunata rassegna “Un’opera al mese” – precisa il vicesindaco con delega alla Cultura Vincenzo Bongiorno – conferma il nostro impegno rivolto alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico e monumentale cittadino. È un’azione che abbiamo declinato in vari format tutti accomunati da un approccio divulgativo perché rivolti al grande pubblico. Così vanno lette anche le numerose aperture straordinarie con visite guidate al Museo del Risorgimento di Palazzo Gaddi, al Museo Civico di San Domenico, al Cimitero Monumentale, al Parco di Villa Saffi. La grande partecipazione dei forlivesi a tali proposte ci incoraggia a proseguire su questa strada e stiamo preparando altre nuove aperture».
«La nostra politica culturale, inoltre – prosegue Bongiorno – è sempre rivolta a proiettare la città oltre i propri confini, sia allacciando relazioni con prestigiosi studiosi italiani, come ad esempio per “Un’opera al mese”, sia con i prestiti di opere d’arte a grandi musei nazionali ed internazionali, sia entrando a far parte con i nostri capolavori nei percorsi regionali e interregionali dedicati ai grandi dell’arte, come nel caso del Guercino. Senza mai dimenticare il notevole prestigio che porta a Forlì la grande mostra annuale, con la sapiente guida di Gianfranco Brunelli, nei Musei San Domenico realizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Una collaborazione virtuosa, quella con la Fondazione, di cui siamo fieri. Vi è poi attenzione e vicinanza al positivo fermento culturale presente in città, che viene dalla società civile, dalle tante realtà culturali e associative attive con numerose iniziative. È questa la nostra visione di cultura: condivisa e per tutti, dagli adulti ai bambini, con l’orgoglio di promuovere l’amata Forlì oltre i propri confini, quale città universitaria, d’arte e di cultura, sempre più autorevole nel panorama nazionale».
“Con questo incantevole dipinto che ritrae la Madonna detta “della Pace” – precisa Stefano Benetti – abbiamo voluto affrontare un tema caro ai forlivesi e allo stesso tempo intimo: la devozione della comunità locale per questa delicata ed elegante figura così magistralmente raffigurata da Vitale da Bologna, uno dei grandi della pittura trecentesca in Italia. Un’opera di cui la Città può beneficiare grazie alla generosità della “Provincia di San Domenico in Italia” proprietaria di questo capolavoro”.
A presentare l’opera domenica 17 novembre alle ore 18,00, nell’ex Chiesa di San Giacomo, sarà il professor Daniele Benati, docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Bologna, e profondo conoscitore dell’opera.
“L’incontro prende spunto dalla minuscola ‘Madonna col Bambino’ (cm 22 x 17,5) – spiega il Professor Benati – oggi conservata nel Museo di San Domenico. Opera di Vitale da Bologna, essa era di proprietà del frate domenicano Marcolino da Faenza, che nel terzo quarto del ’300 si distinse a Forlì per la sua attività caritatevole nei confronti dei bisognosi e per il tentativo di pacificazione delle fazioni nemiche che si contendevano il controllo della città. Per tali meriti Marcolino venne proclamato beato e l’immagine venne venerata dai forlivesi con il titolo di “Madonna della Pace”.
“Il piccolo dipinto – prosegue Benati – si presta a richiamare l’attenzione su un particolare aspetto della produzione pittorica dei pittori medievali, autori non solo di cicli di affrescati e di tavole da altare, ma anche – e forse più spesso – di quadretti destinati alla devozione personale, tanto più ricercati se, come in questo caso, alla raffigurazione del soggetto sacro si univa la preziosità dell’esecuzione e dei materiali impiegati. Di fatto, la tavoletta non si connota soltanto per la raffinata concezione dell’immagine stessa, alla quale Vitale conferisce una particolare eleganza e, insieme, una straordinaria forza espressiva. I pochi centimetri quadrati di cui si essa si compone si caratterizzano anche per la profusione della foglia d’oro con cui è campito il fondo e per l’utilizzo del blu lapislazzulo nel manto della Vergine, mentre il delicato motivo geometrico che decora il fondo è ottenuto con pregiate lacche di diverso colore e l’aureola dorata della Madonna è lavorata con una fitta granitura ottenuta mediante l’uso di una punta metallica”.
“A prima vista, una simile ricchezza parrebbe in contraddizione con il voto di povertà che connotava gli ordini cosiddetti ‘mendicanti’, dei quali facevano parte anche i domenicani. Ma dobbiamo considerare che alla base di queste scelte si pone la teoria medievale per cui Dio è luce: oltre a rendergli onore, i materiali preziosi come l’oro o il lapislazzulo sono in grado di trattenere il riflesso della sua luce e dunque di far pregustare ai devoti la gloria del Paradiso. Da ciò – conclude Benati – deriva anche l’importanza accordata in epoca medievale agli artisti: essendo abili nella lavorazione di tali materiali, essi erano infatti ritenuti in grado di manifestare in terra le meraviglie della potenza divina”.