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Trump is America again, anche la politica forlivese rifletta
Ormai, è certo, Donald Trump ha vinto, sarà nuovamente Presidente degli Stati Uniti, pronto a realizzare il suo programma per un’America “great again”. Ha battuto nettamente la candidata democratica Kamala Harris e potrà contare su una certa maggioranza repubblicana sia al Senato che alla Camera dei Rappresentanti, i due organi legislativi del Congresso, oltre che alla Corte Suprema.
Praticamente, un quadruplo cappotto, pure con martingala, che chiude la bocca ai critici, spesso denigratori dell’irriducibile Trump. Donald ha saputo raggiungere e parlare alla mente e al cuore degli americani, ha saputo coniugare gli interessi del grande capitale con quelli del piccolo reddito familiare, ha saputo interpretare le attese dell’America giovane, matura e anziana, infine ha saputo ribadire quanto la realtà venga prima dei sogni. Ha vinto il pragmatismo USA che, adesso, Trump sicuramente applicherà, passando dagli accesi toni propagandistici della campagna elettorale a quelli più attenti, perché fattivi, della propria presidenza.
Sconfitta, dunque, la democratica Kamala Harris, tanto carente sui temi economici quanto solo ruffianamente accattivante sul tema dei diritti civili, delle battaglie di genere; tanto povera di contenuti concreti nei suoi comizi quanto, invece, incline ad affidarsi alla presenza, al suo fianco, di cantanti, attori miliardari, vero affronto a chi suda, lavora, produce e fa davvero “great again” il sogno americano. Adesso, come dichiarato durante la campagna elettorale, sicuramente il Presidente Trump agevolerà la composizione diplomatica dei conflitti in atto, mitigherà l’intransigenza di Putin, perché fermamente consapevole quanto una pace crescente garantisca il ruolo internazionale degli Stati Uniti.
La vittoria di Trump è una sonora lezione alla sinistra italiana tanto faziosamente e stupidamente antiamericana, che fino all’ultimo ha creduto che l’America e il mondo potessero cambiare solo con le risate di Kamala Harris, rivelatesi, adesso, alla resa dei conti, soltanto ampia panoramica dentaria, nulla di più. “Mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco” questo vale sia per i democratici USA sia per la sinistra italiana, sempre più disattenta, digiuna di buonsenso e giusta analisi, interpretazione della realtà.
La vittoria di Trump faccia riflettere anche la politichetta forlivese: più palle, più determinazione chiara, inequivoca, capace e interpretativa dei problemi e delle attese dei cittadini. Basta con le menatine dei maneggi, dei personalismi capricciosi di talune “mezzecalzette” della politica locale; basta con le posizioni dell’equidistanza, dell’opportunista cerchiobottismo ovvero dello stare nel mezzo tra destra e sinistra, pur di non dispiacere a nessuno. Anche Forlì avrebbe bisogno di vincere con politici attenti, abili e pragmatici, ma sinora il mercato politico delle erbe forlivesi propone solo miseri, infruttuosi tuberi di poco conto.
Franco D’Emilio