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L’assessora glamour tutta feste e mercatini

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Il teatro è sempre piazza Saffi, cuore della città di Forlì, sotto lo sguardo severo del triunviro, oggi solo miseramente inquieto di tanto, frequente, orgiastico baccanale ai suoi piedi. Il popolo forlivese vuole pane e ludi circensi per la rinascita del proprio centro storico, sempre più insicuro e abbandonato, dove i negozi chiudono uno dietro l’altro? Il popolo forlivese vuole ballare, cantare, ridere oppure ha voglia di sport per correre a piedi, in bici o in moto, o con la vista di auto da sogno e d’epoca? Il popolo forlivese ha voglia di sognare con le sfilate di moda, con la bellezza muliebre di selezionate aspiranti miss “coscia lunga”?

Beh, che ci vuole, ci pensa l’assessora leghista Andrea Cintorino, munita di delega perfetta, forse più virtuale che reale, ma davvero ad hoc per lei, per farne l’efficace promoter, influencer e animatrice della nuova Forlì zattiniana, non più città da bere, mai avrei pensato di dire questo, ma città, ogni giorno e sempre di più, soltanto capace di darla a bere. Dunque, assessora con le credenziali giuste, persino di definizione anglofila perché, si sa, pure il popolo provincialotto forlivese apprezza tutto ciò che risulti straniero, esotico, salvo capire cosa mai voglia significare.

Intanto, volete mettere, dubitare? Andrea Cintorino con delega, ohibò, futuribile, forse fantascientifica, al Piano Strategico della Città; poi, ancora ohibò, mica un par de ciufoli, allo Sviluppo del Programma Romagna Next; inoltre, nuovamente ohibò, tanto si vola alto, per questo teniamoci forte, alla Transizione Digitale e Smart City per planare, ahimè, perché cosa di minor profilo, alle Fiere e Mercati: complessivamente, una strategica delega assessorile che ci assicura competenze ed esperienza per la certezza di vedere presto col binocolo, chissà quando, l’effettiva rinascita pulsante del centro storico di Forlì.

Eppoi, come dimenticare quanto l’assessora Cintorino, davvero dono della piccola provvidenza zattiniana, sia anche titolare della delega ai Grandi Eventi per la fama di Forlì nel mondo? I risultati inequivocabili non mancano e segnano il grande successo dell’impegno diuturno, innovativo e sommo della stessa amministratrice leghista per dare nuovi sapori esistenziali al centro storico forlivese. Tralascio feste canore o danzanti oppure di moda e bellezza, ove pure sempre eccelle la detta assessora, quasi emula nel garbo della più nota Nunzia De Girolamo, piddinamente coniugata Boccia: voglio limitarmi ai soli mercatini o feste oppure festival enogastronomici, con i profumi olezzanti dei quali la nostra ha ridato una ragione di vita a piazza Saffi e al cuore cittadino di Forlì.

Volete mettere? Provate voi a stare sul pezzo tutto il 2024 per organizzare, solo qualche esempio: il Mercatino Regionale Piemontese (24-25 febbraio); di seguito lo Street Food Festival (12-14 aprile); dunque il Mercato Europeo (24-26 maggio); ancora, l’originale Festival della Carbonara (11-13 ottobre), a riprova della consolidata pace fatta con “Roma ladrona”; infine, il Mercatino Regionale Francese (18-20 ottobre) e non finisce sicuramente qui. Incontestabile che l’assessora con le sue gustose iniziative sia sulla bocca masticatoria di tanti forlivesi. Certamente, attraverso queste iniziative passano anche il Piano Strategico della Città, il Programma Romagna Next e l’obiettivo della Smart City forlivese.

Comunque, riconosco come l’assessora Cintorino sia molto glamour e mi ammali col suo sorriso, con lo sguardo dolce dei suoi occhioni; nel sorriso colgo un pizzico di malizia e negli occhioni un po’ dell’estatico stupore, proprio di una miracolata della politica forlivese: due note legittime per chi, forse, dopo sette anni, ancora incredula di essere giunta dove è arrivata per il bene dei forlivesi e, addirittura, di essere stata la sola a godere tra più litiganti leghisti dopo le ultime elezioni. Infine, non le manca mai quella lieve eleganza, magari adorna della collana di un filo di perle, unica sua nota iconica, degna dell’attenzione e della memoria a venire dei forlivesi.

Franco D’Emilio