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Alluvione. PD: “A Forlì il sistema fa acqua”

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Questa mattina il gruppo consiliare del Partito Democratico ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione del nostro territorio a poche settimane dall’ennesima alluvione e ribadire le proprie proposte e suggerimenti. «Il succedersi, nel giro di pochi mesi, a Forlì come in altre parti della Regione e del Paese, di eventi catastrofici la cui portata ha superato i record storici precedenti, conferma una volta di più la realtà del cambiamento climatico. Mitigare queste trasformazioni e difendere territori e comunità dai loro effetti è la sfida che tocca alle istituzioni di tutti i livelli, dal governo, alla Regione ai Comuni. Per quanto riguarda Forlì e la Romagna è evidente che per fronteggiare la portata del cambiamento climatico, il ripristino e la manutenzione straordinaria del sistema fluviale e idrogeologico lesionati dalle alluvioni, seppur importanti, non bastano. Serve realizzare un vero e proprio piano straordinario per aumentare la sicurezza del territorio, adeguato alla portata dei nuovi fenomeni estremi. Purtroppo l’iter di realizzazione di questo piano, già da tempo trasmesso al governo, si è incagliato nella mancanza di adeguate risorse e in un modello di ricostruzione centralizzato e burocratico, che procede a rilento fra ritardi e mancanza di personale. Alla radice di molte difficoltà sta la decisione del governo, per motivi politici, di non nominare Commissario alla ricostruzione il Presidente della nostra Regione, come avviene normalmente di fronte a calamità simili» è la prima analisi dei Dem forlivesi.

«La nostra richiesta, quindi, è che al termine del mandato del generale Figliuolo, il governo nomini come Commissario straordinario alla Ricostruzione il Presidente dell’Emilia-Romagna, chiunque venga eletto. Rivendichiamo la necessità di una struttura commissariale dislocata sul territorio e dotata delle risorse, a partire dal personale, necessarie per svolgere il proprio lavoro in maniera efficace. Abbiamo chiesto che anche il Comune di Forlì faccia la propria parte e destini, come fatto da altri Comuni, un contributo a fondo perduto almeno a favore di quelle famiglie alluvionatesi sia nel 2023 che nel 2024 (anche tenuto conto dell’assoluta incertezza che ancora grava sui rimborsi per l’evento alluvionale di settembre). Ma oltre a ciò, serve ovviamente semplificare le ordinanze e predisporre sul territorio specifici uffici deputati ad assistere i cittadini. Lo stesso discorso vale per il sistema delle imprese, a partire dal mondo agricolo, così importante per lo sviluppo e l’occupazione del nostro territorio. Nonostante l’entità dei danni subiti, non solo per l’alluvione ma anche per il succedersi di numerosi eventi atmosferici avversi, le imprese romagnole del settore primario hanno sino ad oggi ricevuto ristori insufficienti rispetto a perdite stimate in oltre un miliardo di euro. Sintomatica è la vicenda di Agricat, il fondo nazionale mutualistico istituito a copertura degli eventi catastrofali in agricoltura, che poche settimane fa aveva mandato comunicazioni di diniego nei confronti di quasi tutte le richieste di ristoro» insistono i Dem. 

«Per la ripartenza di filiere strategiche per il nostro territorio come l’ortofrutta, il vitivinicolo e le sementi, tuttavia, non bastano i rimborsi. La sfida della ricostruzione, infatti, non è di sola competenza di governo e Regione, ma chiama in causa, su molti aspetti, proprio il Comune. Perciò è stata grave la decisione della maggioranza di bocciare la costituzione di una Commissione sull’alluvione e la ripartenza, una scelta sbagliata che speriamo possa essere rivista alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane. Innanzitutto spetta al Comune di portare a compimento l’aggiornamento del piano di protezione civile. Data l’importanza dell’argomento, insieme a tutte le opposizioni siamo pronti a fornire il nostro contributo di proposte. Pensiamo innanzitutto che l’Ufficio di Protezione Civile del Comune debba essere dotato di risorse adeguate di personale e finanziarie. Inoltre giudichiamo necessario un salto di qualità nelle campagne di informazione e formazione dei cittadini rispetto ai contenuti del piano perché le attività di protezione civile sono più efficaci se si reggono su una partecipazione diffusa. Un altro tema è quello della comunicazione di emergenza da parte del Comune in occasione di eventi estremi, che deve essere più efficace, capillare e chiara di quanto accaduto in occasione degli ultimi eventi alluvionali. Pensiamo poi che il Comune debba realizzare un censimento dei danni dell’ultima alluvione. Per calibrare gli interventi e individuare le priorità non è infatti sufficiente utilizzare i dati delle richieste per di risarcimento, come sostenuto dagli esponenti della Giunta. Per evitare la confusione e diminuire occasioni di pericolo, va poi precisata la questione della messa in sicurezza delle automobili e della eventuale distribuzione di sacchi di sabbia o altri presidi difensivi» continuano i democratici forlivesi.

«Ma il Comune è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale anche su molti altri fronti, a partire da una complessiva revisione del sistema fognario cittadino, evidentemente non più adeguato a reggere il carico derivante da fenomeni metereologici estremi ormai divenuto ordinari. Abbiamo bisogno di una riflessione pubblica, supportata da competenze tecniche, per predisporre un piano pluriennale di potenziamento della rete, per realizzare il quale servirà poi reperire le risorse necessarie. Più in generale è tutta la progettazione della città che va aggiornata alla luce del cambiamento climatico, a partire dal modo di costruire gli edifici e realizzare le strade, per ridurre l’impermeabilizzazione del suolo e favorire una maggiore capacità di trattenimento delle acque, sino ad arrivare alla questione della risistemazione del principale polmone verde cittadino, luogo del cuore dei forlivesi: il Parco Urbano, che dopo un anno e mezzo giace ancora in condizione di degrado. La stessa predisposizione del nuovo PUG, che speriamo finalmente si avvii dopo i tanti ritardi di Zattini, non potrà far a meno di misurarsi col tema di un nuovo rapporto fra urbanistica, sicurezza del territorio e protezione della comunità. Queste sono le sfide che ci attendono: dalla capacità di affrontarle dipenderà la possibilità di una ripresa capace di rendere il territorio più sicuro e resistente. Su questi temi siamo pronti a fare la nostra parte, avanzando proposte costruttive, ma non venendo mai meno alla determinazione di batterci per i diritti delle tante persone che in questi mesi hanno patito, oltre ai danni dell’alluvione, anche la sensazione di abbandono dalle istituzioni» concludono i Dem.

Per quanto riguarda però eventuali responsabilità della Regione Emilia-Romagna (da sempre a guida PD o del centrosinistra) su queste tematiche il Partito Democratico forlivese preferisce non entrare nel merito. Il problema è aver nominato Commissario per la ricostruzione il Generale Figliulo e non Stefano Bonaccini. Evidentemente a proposito della tematica del territorio e della salvaguardia dell’ambiente in Regione negli ultimi 50 anni tutto è stato fatto correttamente. Le critiche sollevate in conferenza stampa, infatti, hanno riguardato solo le responsabilità del Comune e del governo meloniano. Guarda caso entrambi a guida centrodestra. Qualcosa non torna ma visto che tra pochi giorni ci saranno le elezioni regionali forse sì.