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LXXX anniversario degli eccidi di via Seganti

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Ultimo aggiornamento:

Sabato 21, dalle ore 16,00 alle 18,00, e domenica 22 settembre, dalle ore 10,00 alle 12,00, a Forlì con partenza davanti al sagrato di San Mercuriale in Piazza Saffi, saranno in programma due camminate, ideate da Maurizio Gioiello e Gabriele Zelli, alla scoperta dei luoghi e delle storie che hanno caratterizzato queste drammatiche vicende con questo itinerario: Piazza Saffi, Corso Diaz, Via Sara Levi Nathan, Viale Salinatore (ex Brefotrofio) e Via della Rocca. I due appuntamenti saranno organizzati dal Comitato Pro Forlì Storico-Artistica e dall’Associazione Culturale Il Parco dei Ragazzi in collaborazione con la Fondazione Alfred Lewin e l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea.

A condurre nei luoghi più significativi coloro che parteciperanno a tali eventi sarà Maurizio Gioiello, che utilizzerà come fonti principali i documenti raccolti da suo figlio Francesco Gioiello nel libro intitolato “La Forlì ebraica. Una storia tra integrazione e Shoah” (Capire Edizioni). Gli ebrei si stanziarono a Forlì nel corso del XIII secolo e da allora in poi non la abbandonarono mai fino ai giorni nostri. Inizialmente vi furono difficoltà di coabitazione tra ebrei e cristiani, viceversa dal XIV al XV secolo nacque una amichevole integrazione. Poi, però, nel XVI secolo, a causa dell’avvento dei Monti di Pietà e delle Bolle papali, si creò una nuova frattura, ma ugualmente l’insediamento ebraico non scomparve, tanto che la sua presenza è documentata sia nel XVII che nel XVIII secolo.

È soprattutto nell’Ottocento e nel Novecento che la comunità ebraica crebbe sia sotto il profilo economico che sociale. In particolare, in città giunsero ebrei stranieri che si fecero apprezzare come medici, ingegneri e commercianti. Purtroppo, l’avvento delle leggi razziali del 1938 avviò dapprima la persecuzione dei diritti e poi, tra il 1943 e il 1944, quella delle vite. Forlì divenne in tal modo un paradigma della Shoah, poiché si scelse di uccidere ebrei e antifascisti non più nei campi di sterminio come Auschwitz ma direttamente nel luogo in cui erano stati incarcerati. Il ricordo di queste quattro stragi è rimasto a lungo dimenticato o volutamente nascosto, ma la ricerca storica e le uscite didattiche sul territorio saranno un utile contributo alla conservazione della memoria del tragico passato forlivese.