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Leghisti forlivesi, decidetevi: dentro o fuori

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Dunque, ricapitoliamo. Da una parte, la Lega è nella giunta Zattini bis con una sola assessora (Cintorino), forse poca cosa, mi riferisco all’unicità della poltrona assessorile, niente affatto alla persona della gentile signora, ma evidentemente, accettando, il partito del Carroccio è capitolato nell’amarezza che fosse davvero meglio un uovo oggi che, piuttosto, una gallina o, magari, niente domani, quindi che fosse preferibile accontentarsi e godere con poco; dall’altra, la Lega si colloca fuori dalla maggioranza di centrodestra, riconfermata alla guida del Comune di Forlì, proponendo alla carica di Presidente del Consiglio Comunale un proprio candidato, non solo in chiara alternativa a quello ufficiale della maggioranza, ovvero Loris Ceredi, ma addirittura pescato fuori dalle proprie fila, nei ranghi di Fratelli d’Italia, partito maggioritario della stessa coalizione.

La Lega gioca a scompigliare le carte nell’azzardo che tanto peggio tanto meglio? E, ancora, con quanta legittimità e dignità politica la Lega può pretendere di stare con un piede in giunta e con l’altro fuori di essa? Perché non si rassegna al pensiero di contare quanto stabilito dal risultato elettorale e, soprattutto, all’evidenza di aver accettato liberamente un solo assessorato? Oppure, in alternativa, perché non manda tutto e tutti al diavolo, a carte quarantotto, cavandosi fuori dalla maggioranza, magari all’opposizione? Basta, decida, non è più tempo di cerchiobottismo, un po’ di qua un po’ di là, o di un ipocrita ritorno a Giano bifronte, adesso è il momento di inevitabili scelte della Lega su fondati attributi politici, ammesso che ancora ne disponga.

Lega all’opposizione, perché no? Forse, gioverebbe al rapporto dialettico tra tutte le parti, finalmente fuori dal condizionamento di poco nobili maneggi politici. Oppure, Lega rinuncia ad ogni assessorato e, caso per caso, materia per materia, si limita ad esprimere un appoggio esterno. Ma l’inciucio, la pastetta dell’imbroglio leghista per tenere il piede in due staffe, questo no: lo reclama il buon gusto politico, lo impone il rispetto dovuto agli elettori, primi fra tutti quelli leghisti!

Non è ammissibile che la Lega sia ancora travolta, sottoposta ai pronunciamenti, alla visione e alle posizioni personalistiche, interessate di Jacopo Morrone e Daniele Mezzacapo, pretese tante, ma poco senso della realtà. Prima viene la Lega, soprattutto il suo recupero di voti e credibilità; Daniele Mezzacapo, pur se beffato da tante vane promesse, non può pretendere di essere il continuo pomo amaro della discordia. Nell’interesse della città di Forlì occorre che la politica locale abbia il suo corso tra maggioranza e opposizione, senza il gioco ricattatorio di alcuno con un piede dentro e l’altro fuori.

Franco D’Emilio