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In balia del vento
Il campionamento delle acque marine, effettuato tra il 24 e il 26 giugno nei 98 punti della riviera, ha rilevato in 7 località della costa dell’Emilia-Romagna sforamenti dei limiti di legge. I 7 casi oltre i valori soglia sono stati rilevati a Lido di Dante, Lido di Classe – 100 m nord foce fiume Savio, Lido di Savio – 150 m sud foce fiume Savio, Savignano, San Mauro Mare nord, San Mauro Mare e Rimini foce Marecchia 50 m nord. Si tratta di tutti punti prossimi alle foci dei fiumi, che in questi giorni hanno visto un importante afflusso di acqua in seguito alle piogge intense, piogge che hanno inevitabilmente causato lo sversamento di liquami fognari degli scolmatori della rete fognaria unica, strutturati per evitare l’over flow dei depuratori. Scarichi istituzionali non abusivi. Per intenderci, in Fiumi Uniti arrivano le scolmate della città di Forlì, nel fiume Savio quelle di Cesena, nel Rubicone quelle di Gatteo e Savignano, nel Marecchia quelle di Rimini.
Gli sforamenti più rilevanti sono arrivati dai prelievi dei tre specchi d’acqua a sud della foce del fiume Rubicone: La prima, quella più adiacente allo sbocco fluviale ha registrato un superamento dei limiti di 17 volte per gli Eschierica coli. Gli Enterococchi intestinali 9 volte. Accanto a questo specchio, “San Mauro Mare Nord”, ha sforato 9 volte per i primi batteri fecali e 3 volte per i secondi. Il terzo specchio d’acqua denominato “San Mauro Mare” ha registrato il superamento 3 volte i limiti per gli Eschiarica coli. Piccola nota in merito: se la corrente ed il vento al momento del prelievo avesse tirato dalla parte opposta l’inquinamento microbiologico avrebbe interessato gli specchi d’acqua del lato opposto le foci. Siamo in balia del vento.
Riguardo invece alle doverose informazioni che in seguito alla chiusura temporanea della balneazione i primi cittadini di San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone avrebbero dovuto dare a tutela della salute dei bagnanti in maniera adeguata, stendiamo un velo pietoso. Un foglio attaccato dietro alle torrette del salvataggio oltre che poco visibile, non rispecchia affatto ciò che la legge impone: cartello da 60cm in 4 lingue posizionato in battigia. Perché poi il vento quel foglio, lo fa “volare” via facilmente ma è già molto non si sia usata della carta gialla per fritto. Ma in tutto ciò poteva mancare una nota di colore che riportasse la questione tutela della salute pubblica alla pura farsa in salsa romagnola? No! A chi hanno affidato i sindaci delle due località suddette l’incarico di mettere i cartelli? Alla Polizia Locale? A dipendenti comunali? Ai Caschi blu? No ai bagnini.
Ma di fronte a cotanta negligenza, anche i controllori hanno le loro responsabilità: le opposizioni denunceranno i sindaci per questa violazione di legge o come sempre si guarderanno i piedi? La stampa locale racconterà questa nefandezza? La Capitaneria di Porto dirà qualcosa?
Giorgio Venturi