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La ‘stronzata’ libera
Pochi mesi fa l’Amministrazione comunale gattese di centrodestra guidata dal sindaco Roberto Pari decise di introdurne una piccola quota di spiaggia libera a Gatteo Mare. Il motivo principale era dettato dal fatto che la lillipuziana cittadina romagnola era l’unica località balneare italiana a non averne nemmeno un centimetro quadrato. Il suo arenile lungo circa 700 mt era interamente dato in concessione agli stabilimenti balneari ed a causa di questo primato, era finita sui quotidiani nazionali. Ragion per cui Pari&Co. decisero di cancellare questo primato negativo, causa di un indubbio danno d’immagine.
Riuscirono nell’intento ritagliando due strisce di arenile: il più grande con un fronte di circa 4-5 metri compreso tra le concessioni balneari del Bagno Walter e del Bagno Marcel, la seconda striscia ubicata tra il Bagno Corrado e la banchina di cemento che argina la foce del fiume Rubicone. La realtà di oggi mostra però una situazione fantozziana con l’aggravante di aver offerto al pubblico pure risvolti comportamentali indegni da parte di chi vive di turismo.
La striscia compresa tra il Bagno Marcel ed il Walter è occupata dalla passerella in legno che conduce i turisti a riva, quindi è impossibile utilizzarla come spiaggia libera. Roba da scienziati. Non è neppure segnalata da un cartello la cui realizzazione si vocifera, sia stata commissionata alla Nasa. Ecco spiegato il motivo per cui ancora oggi il palo in lega di tungsteno non sia ancora presente. L’indicazione manca pure nella seconda striscia di spiaggia libera, quella compresa tra la banchina della foce del Rubicone ed il Bagno Corrado, fatto che avrebbe evitato che alcuni turisti lasciassero la spiaggia in seguito alle minacce verbali di un operatore turistico. La famosa ospitalità romagnola.
Nei giorni scorsi infatti quei pochissimi bagnanti che hanno deciso di utilizzare quello spazio ed aperto il loro ombrellone sono stati redarguiti malamente da chi invece dovrebbe, oltre a rispettare uno spazio pubblico e decisioni istituzionali, avere una certa sensibilità turistica. Tutto ciò è avvenuto ed avviene alla luce del sole nel silenzio generale. Il risultato è dunque che quella che avrebbe dovuto essere un’operazione politica almeno sulla carta, è invece una cagata pazzesca (cit. Fantozzi).
Mi domando però dove sia il controllo politico di situazioni così evidenti in un paese a misura di criceto, dove sia cioè Matteo Pivato, consigliere d’opposizione del Comune di Gatteo, nonché proprietario dell’hotel ubicato di fronte ad una delle pseudo spiagge libere istituite per finta. Miopia politica o conflitto d’interessi? Il dubbio viene dato che potenzialmente i suoi clienti potrebbero frequentare quegli stabilimenti balneari confinanti con la “stronzata” libera.
Giorgio Venturi